now

Universi paralleli.

Ora vi sottopongo a una storia scritta da una mia amica, per me bellissima essendo amante del genere!
Spero vi piaccia ^^

————————————–

20130504-181354.jpg

Universi paralleli.

Sarebbe stata una serata come le altre: popcorn e film horror. Da tempo Terri si era appassionata al genere. Il titolo del dvd che noleggiò quella sera l’aveva incuriosita. Accese il televisore, inserì il disco nel lettore e premette “play”. L’inizio non prometteva nulla di nuovo: scenario post apocalittico, un gruppo di ragazzi pronti a tutto pur di sopravvivere ad un’arma chimica che aveva trasformato gran parte della popolazione mondiale in putride creature ghiotte di cervelli umani. In sintesi? Il solito zombie movie. Il protagonista, un certo Cooper, l’unico che si sarebbe dovuto salvare, a quanto sembrava, avrebbe fatto la peggiore delle fini.
Dopo cinquanta minuti, esausta a causa della banalità della trama, spense la tv e lanciò il telecomando con forza sulla poltrona di pelle di fronte a lei.
Terri si rese conto, sprofondando lentamente nel comodo cuscino del divano, che la sua passione per l’orrido si era già eclissata; d’altronde, ogni volta era sempre la stessa storia con prevedibili conclusioni. Una noia! Può darsi che avesse esagerato: troppi horror, e si sa che il troppo storpia. Decise di cacciare quel senso di inquietudine leggendo e prese il primo giornale che le capitò a tiro: era vecchio di due giorni e sua madre l’aveva lasciato in giro per casa senza curarsene minimamente. In prima pagina vi era un titolo a caratteri cubitali, che citava: “ LA DROGA CANNIBALE.”
Vi era riportata un’intervista fatta ad un esperto contattato dall’Ansa il quale, appunto, a seguito degli episodi di cannibalismo avvenuti quei giorni, affermava:” Non esiste una droga che fa diventare cannibali, ma esistono sostanze sintetiche iperstimolanti capaci di far cadere i freni inibitori e di stimolare l’istinto alla violenza in chi le prende.” Precisando però di aver analizzato alcune delle droghe come quella che si ipotizzava fosse all’origine della vicenda di Genova, dove un uomo di 26 anni aveva staccato a morsi il labbro della fidanzata la settimana precedente: “In questi ultimi tempi abbiamo esaminato almeno una decina di sostanze stupefacenti, rilevando che contengono uno o più derivati sintetici del ‘catinone’. Questa sostanza è un alcaloide che ha un forte effetto stimolante sul sistema nervoso centrale, simile strutturalmente alle anfetamine. Di per sè non porta al cannibalismo, ma stimola gli istinti di chi ha già tendenza alla violenza, sia naturalmente che indotta dal consumo di stupefacenti.’’ L’articolo terminava con una serie infinita di casi che avrebbero fatto effetto anche allo stomaco più forte; ma ciò che colpì Terri fu il fatto che la gran parte degli episodi si era verificata nei pressi del suo quartiere. Ne aveva sentito parlare molto, sebbene non se ne fosse interessata più di tanto, dato che né lei né altri erano mai stati spettatori di nulla di simile.
Pensando che fosse la solita bufala per indurre le persone al non consumo di droghe sintetiche, spense la luce e si mise distesa sul divano nel tentativo di chiudere occhio.
Si era assopita quando, improvvisamente, un rumore come di qualcosa che si trascinava per terra attirò la sua attenzione e tutti i sensi le si acuirono. Era sola in casa e quel suono non sembrava voler terminare. La paura saliva.
In quel momento di sconforto le venne in mente una frase di Jim Morrison che citava: “Ragazzo non piangere perchè hai pero il Sole. Le lacrime ti impediranno di vedere le stelle.” Strano il cervello umano!
Mentre pensava alla persona che gliel’aveva insegnata, qualcosa l’afferrò alle spalle ed un odore acre le invase le narici. Incominciò ad urlare ma quella “cosa” la circondava con una forza inumana, la stritolava in un abbraccio mortale.
Terri si sentì dapprima soffocare, poi sollevare a mezz’aria ed infine con un tonfo secco, seguito da un attimo di lancinante dolore, la sua testa sbatté a terra. Ed il rumore cessò.

Il ragazzo si alzò dalla poltrona. Quel film era stato davvero deludente: sempre la solita solfa.
Cooper spense il registratore dvd e mise su un po’ di Doors.

Marina Vitale

Alcune ragazze…

Alcune ragazze sono diverse.
Alcune ragazze preferiscono una bella partita alla playstation al posto di una giornata di shopping sfrenato.
Alcune ragazze preferiscono le unghie senza smalto; gli occhi che ancora si riescono a distinguere, senza tutto quel nero attorno; il profumo della propria pelle e non quello artificiale che tutti possono avere.
Alcune ragazze talvolta non sorridono piuttosto di sfoggiare un bellissimo sorriso falso e non piangono davanti agli altri non per evitare di apparire deboli, ma perché si vergognano del fatto che nessuno riesca a renderle pienamente felici, nemmeno loro stesse.
Alcune ragazze si fissano sugli occhi di un ragazzo, piuttosto che sui suoi addominali; o si fissano su sogni che cercano di portare a termine, è per questo che soffrono molto, perché credono a tutto, anche a ciò che non esiste.
Alcune ragazze non sanno neanche di quanto siano belle, fin quando qualcuno non glielo fa notare nelle piccole cose, perché loro adorano le piccolezze, le cose quasi invisibili, che possono notare solo loro, e non il mondo intero.
Alcune ragazze sceglierebbero le librerie piuttosto delle discoteche, o un tè freddo piuttosto di dieci vodka.
Alcune ragazze passano il loro tempo a leggere e non al telefono a parlare di trucchi, tacchi e vestiti.
Alcune ragazze escono di casa con i capelli arruffati e spesso evitano di guardarsi allo specchio, preferiscono specchiarsi negli occhi di uno sconosciuto, perché le persone che non si conoscono saranno sempre le migliori per loro.
Alcune ragazze quando qualcuno fa loro qualche complimento chinano il capo e fissano le proprie scarpe arrossendo, perché cercano sempre di sfuggire ai complimenti per paura di affezionarsi al primo che riesca a guardarle fisse negli occhi senza distogliere lo sguardo neanche un attimo.
Alcune ragazze vivono la vita sognando, guardando il cielo e quando camminano scalze lungo la spiaggia guardano verso il mare sperando di trovare qualche messaggio in bottiglia, aspettano sempre persone da salvare, perché si sono arrese all’idea che qualcuno possa salvare loro.
Alcune ragazze hanno solo bisogno di essere prese per mano, di essere accarezzate.
Alcune ragazze sono diverse.”